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Love at First Browse / Ivan Carozzi




LOVE at FIRST BROWSE

Each month a special guest will share with us the three magazines that have meant the most to him.

This month is the turn of Ivan Carozzi, author, journalist and television writer, picks the three magazines that have meant the most to him.


#1 / Frigidaire

"I consider Frigidaire the most beautiful magazine. For the freedom, curiosity, quality, rate of innovation and pure fun expressed both in graphic-editorial values and in journalistic content. Frigidaire is a school of life and thought. It was the magazine that managed the miracle of not sympathizing with violence, yet remaining sympathetic to the incarcerated generation of the 1970s (whose letters it often published from prisons). Frigidaire had the missile speed of the Eighties and of the Eighties was a real visual compendium, but this futuristic modernity and this adherence to the spirit of the times, has never paid a pledge to the phenomenon of ebb. To live coherently in this middle-earth, suspended between two eras, it required great intelligence, a sense of humor and independence from the Italian political-cultural power. This independence has never meant spiteful marginalization, as often happens in Italy. On the contrary, each page of Frigidaire communicates the great joy of cultural work, when it is done following one's own daimon. On the contrary, I say this from experience, those who work in the publishing and cultural industry today are almost always depressed and frustrated. Meditate folks meditate."


#2 / ÄŒapek

"Capek is a self-published comic, illustration and writing magazine. It comes out occasionally, it has reached the second issue and I think a third is in preparation. He also won an award at the last Lucca Comics. Comics are great. Each page is a surprise and every inch of paper is used. Capek is like a crowded salon, where people drink, joke and speak in different languages. I am happy to have participated in both the first issue (with a small autobiography, narrated through my hitch-hiking trips) and the second (with a short story of Tg2). For Capek what was said in the case of Frigidaire applies."


#3 / Il delatore

"I have never read "Il delatore", but I would like to point it out. It is a quarterly magazine published in a handful of issues and in a particular and shadowy historical period, that is the passage between the end of the 50s and the beginning of the 60s, therefore before the student demonstrations. Each issue of Il delatore is thematic. Some time ago, in a second-hand bookshop, I leafed through the issues dedicated to sadism, to bad taste and to transvestism. Really wonderful. Since they were too expensive, I didn't buy them, but I browsed through them a bit. Behind "Il delatore" (what a magnificently snobbish and provocative gesture, paying homage with the title of a magazine to a repulsive figure like that of the informer, also considering that at the end of the 1950s the memory of the informing during fascism was still alive) was Bernardino Zapponi, who grew up in the editorial board of the satirical magazine "Il Marc'Aurelio", future screenwriter for Fellini and none other than "Profondo Rosso". To notice how in the pages of Il delatore there were already some suggestions of the films of Fellini and Dario Argento gives a little thrill."


 

/ Testo originale /



#1 / Frigidaire

«Considero Frigidaire la rivista più bella. Per la libertà, la curiosità, la qualità, il tasso d'innovazione e il puro divertimento espressi sia nei valori grafico-editoriali che nei contenuti giornalistici. Frigidaire è una scuola di vita e pensiero. È stata la rivista che è riuscita nel miracolo di non simpatizzare con la violenza, eppure di restare simpatetica con la generazione incarcerata degli anni Settanta (di cui pubblicava spesso le lettere dalle prigioni). Frigidaire aveva la velocità missilistica degli anni Ottanta e degli anni Ottanta è stato un vero e proprio compendio visivo, ma questa sua modernità futuristica e questa adesione allo spirito dei tempi, non ha mai pagato pegno al fenomeno del riflusso. Per abitare coerentemente in questa terra di mezzo, sospesa fra due epoche, occorreva grande intelligenza, sense of humor e indipendenza dal potere politico-culturale italiano.Tale indipendenza non ha mai significato marginalità incarognita, come spesso accade in Italia. Al contrario, ogni pagina di Frigidaire comunica la grande gioia del lavoro culturale, quando lo si fa seguendo il proprio daimon. Al contrario, lo dico per esperienza, chi oggi lavora nell'industria editoriale e culturale è quasi sempre depresso e frustrato. Meditate, gente, meditate».

#2 / ÄŒapek

Čapek è una rivista autoprodotta di fumetto, illustrazione e scrittura. Esce a cadenza saltuaria, è arrivata al secondo numero e credo che un terzo sia in preparazione. Ha vinto pure un premio allo scorso Lucca Comics. I fumetti sono strepitosi. Ogni pagina è una sorpresa e ogni centimetro di carta è sfruttato. Čapek è come un salone affollato, dove si beve, si scherza e si parla in lingue diverse. Sono felice di aver partecipato sia al primo numero (con una piccola autobiografia, narrata attraverso i miei spostamenti in autostop) che al secondo (con una storia breve del Tg2). Per Čapek vale quanto detto nel caso di Frigidaire.

#3 / Il Delatore

Non ho mai letto «Il delatore», ma mi va di segnalarlo. Si tratta una rivista trimestrale uscita in una manciata di numeri e in un periodo storico particolare e in ombra, cioè il passaggio tra la fine degli anni 50 e l'inizio degli anni 60, quindi prima della contestazione giovanile. Ogni numero de «Il delatore» è tematico. Qualche tempo fa, in una libreria dell'usato, ho sfogliato il numero dedicato al sadismo, un altro al cattivo gusto e un altro ancora al travestitismo. Davvero meravigliosi. Dal momento che costavano troppo, non li ho comprati, però li ho un po' sfogliati. Dietro «Il delatore» (che gesto magnificamente snob e provocatore, omaggiare con il titolo di una rivista una figura respingente come quella del delatore, anche considerando che alla fine degli anni Cinquanta il ricordo della delazione durante il fascismo era ancora vivo) c'era Bernardino Zapponi, cresciuto nella redazione della rivista satirica «Il Marc'Aurelio», futuro sceneggiatore per Fellini e nientemeno che per Profondo Rosso. Notare come tra le pagine de «Il delatore» ci fossero già in nuce alcune suggestioni dei film di Fellini e Dario Argento, regala un piccolo brivido.



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